Chiesa - fortezza di San Pietro

 

Monumento: Chiesa “fortezza” di San Pietro

Ubicazione: Lingueglietta

Datazione generale: Metà ca. del sec. XIII-seconda metà del sec. XVII

Descrizione generale: La chiesa si compone di una navata rettangolare allungata che, in alzato, si traduce in un volume arioso e compatto, concluso a est da un’abside semicircolare percorso da esili semicolonnine e coronato da una teoria di archetti pensili e, a ovest, da una facciata atipica, dotata di un profilo rettangolare. La primitiva facciata a salienti, ancora parzialmente riconoscibile lungo la sommità della muratura, lascia spazio a una cortina difensiva che annovera ballatoi, camminamenti di ronda, caditoie, guardiole angolari e, infine, un piccolo campanile cupolato. Un assetto militare, in breve, che si fonde con il corpo di fabbrica religioso conferendo all’organismo l’aspetto di una vera fortezza. Particolarmente notevole, inoltre, il portale maggiore, che conserva ancora le assi di legno, i chiodi in ferro e il chiavistello cinquecenteschi.

Stato di conservazione: L’edificio, fu sottoposto a restauro negli anni Cinquanta del secolo scorso e una seconda volta fra il 1967 e il 1970. Da allora, la chiesa ha recuperato l’ariosità e la luminosità del primitivo impianto duecentesco, ma ha sacrificato le stratificazioni seicentesche e, soprattutto, l’altare settecentesco che si ergeva al centro del presbiterio. Ciò detto, la riconversione d’uso, il recentissimo intervento di riqualificazione e, infine, l’interesse suscitato dai sondaggi di scavo eseguiti all’interno della porzione inferiore sinistra della navata hanno garantito un’attenta manutenzione del manufatto che, oggi, rappresenta a tutti gli effetti un autentico gioiello dell’architettura antelamica del Ponente Ligure.

Cenni storici:

eretta a ridosso del poggio cui si aggrappa il borgo di Lingueglietta, a vedetta della bassa Valle del San Lorenzo, la chiesa insiste sopra il sedime di un edificio precedente ancora tutto da scoprire e databile a epoca protoromanica (sec. XI). L’intitolazione al principe degli Apostoli e la sua posizione defilata rispetto alla cinta che serrava il castrum e il castello dei Lingueglia, sono indici di sicura antichità e, forse, anche di primazia parrocchiale rispetto alle chiese distribuite lungo la sponda occidentale della valle.

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Vero gioiello dell’architettura “gotica” dell’Estremo Ponente Ligure, la chiesa conserva ancora sostanzialmente inalterato il paramento in pietra calcarea grigia (pietra di colombina) che, squadrata al millimetro e apposta secondo un gioco calibrato di incastri, forma una cortina muraria compatta e uniforme. Una cifra stilistica databile verso la metà o seconda metà del Duecento che reca il segno inconfondibile di quelle maestranze specializzate di muratori, costruttori, carpentieri e imprenditori edili di origine lombarda (la regione dei Laghi Lombardi), noti come Magistri Antelami. Si tratta di una corporazione radicatasi a Genova che, tra l’XI e il XII secolo, aveva assunto il monopolio dei principali cantieri urbani ed extraurbani, mutando il volto della città di legno in quello di una nuova metropoli di pietra.

Dietro la ricostruzione duecentesca della chiesa, dunque, si cela la committenza eccellente dei Signori di Lingueglia e la solidità dei rapporti politici intrecciati sin dalla seconda metà del XII secolo con il capoluogo ligure. Alle mani di queste stesse maestranze, non a caso, sono attribuiti alcuni degli episodi notevoli dell’architettura duecentesca dell’Estremo Ponente Ligure, come la ricostruzione della cattedrale di Albenga, la chiesa dei Santi Giacomo e Filippo nel castello di Andora, la concattedrale di San Siro a Sanremo e il portale maggiore della cattedrale di Ventimiglia. A quel tempo, la chiesa somigliava molto all’edificio odierno, con la differenza sostanziale che la parte superiore possedeva un profilo a salienti internamente coperto a travature lignee.

Non si hanno notizie sicure sulle sue vicende tardomedioevali. Di certo, la chiesa di San Pietro rappresentò un polo di riferimento politico, oltre che religioso, alternativo alla chiesa parrocchiale e, come lascia intendere la tomba ad arcosolio eretta lungo la parete sinistra, dedicato alla dinastia dei Lingueglia, di cui seguì anche le alterne fortune. Nel 1394, infatti, l’edificio fu gravemente danneggiato a seguito degli assedi tentati dalle truppe francesi nell’ambito del conflitto in atto fra Luigi d’Orleans, fratello del re di Francia, e il Comune di Genova, che deteneva il possesso formale su questi territori. Non solo. Le vicende luttuose legate alle scorrerie turco-barbaresche che flagellarono la Riviera di Ponente sin dalla prima metà del Cinquecento ebbero qui, più che altrove, un impatto tanto profondo e sconvolgente da rendere duratura una modifica che apparteneva di fatto all’architettura militare. Risale grossomodo alla metà del XVI secolo, infatti, la massiccia ristrutturazione delle travature del tetto e la costruzione di una volta a botte in grado di sostenere il camminamento di ronda, le guardiole d’angolo, i beccatelli e le caditoie che sovrastano, non a caso, l’ingresso principale.

Furono questi, insomma, i principali accorgimenti tecnici che gli uomini di Lingueglietta carpirono all’ingegneria militare del loro tempo e che, trasposti in una chiave così inconsueta e parimenti inattesa, ci hanno lasciato un manifesto irripetibile dell’incontro fra arte, tecnica e devozione pubblica e privata. A questi valori architettonici si aggiunge un altro grande tesoro artistico coevo, come la porta cinquecentesca in assi di legno e chiodi in ferro battuto che si conserva ancora al centro del portale maggiore e che rappresenta un altro episodio emblematico di quell’epoca drammatica di assedi, di razzie e di omicidi. Nel corso del Settecento (1784) fu costruita al centro del presbiterio una monumentale macchina d’altare in stucco scolpito e dipinto, che doveva dialogare con un nuovo ambiente voltato a botte e affrescato. L’altare maggiore, tuttavia, venne sacrificato nei restauri degli anni Sessanta al fine di recuperare la veste duecentesca della chiesa che, purtroppo, in questo come in altri settori dell’edificio, si limitava alla nuda pietra. La progressiva fase di decadimento della chiesa culminò fra XIX e XX secolo con la definitiva chiusura al culto e, in tempi più recenti, con il restauro e la riconversione ad auditorium da parte del Comune di Lingueglietta.

Stefano G. Pirero

Lingueglietta